PERCHE' I BAMBINI A VOLTE SONO SELETTIVI NELLA SCELTA DELLE AMICIZIE?
L’amicizia fra bambini alimenta il confronto, e questo permette loro di migliorare le proprie competenze sociali, ovvero – in primo luogo – la capacità di interagire con l’altro valutandone i punti di vista e gli atteggiamenti, trovare nuove soluzioni, esplorare nuove possibilità di crescita nella comunicazione.
Interagendo fra di loro, i bambini si confrontano, e questo favorisce la conoscenza di sé, del mondo esterno e dell’altro. Un rapporto di amicizia può essere selettivo, basandosi il più delle volte su interessi che i piccoli amici hanno in comune. Ecco perché, la relazione interpersonale, già a partire dalla scuola materna, è una vera e propria palestra di vita, un allenamento per scoprire il proprio comportamento e sviluppare il carattere.
I confronti fra i piccoli sono di reciprocità, rapporti paritari in cui si sperimenta l’inversione dei ruoli, la collaborazione, ma anche il disaccordo: in certi momenti c’è accordo, perfetta tolleranza ed armonia; in altri momenti, avviene il litigio, lo scontro verbale e fisico. In questo tipo di amicizia, i bambini vivono l’esperienza spesso e volentieri proprio nell’ambito scolastico, dove non ci sono i genitori ma gli insegnanti. Dal loro confronto, i bambini imparano a riconoscere il valore delle persone con le quali si relazionano.
Avere degli amici per un bambino anche molto piccolo, è un’opportunità di crescita formativa diversa, rispetto al rapporto che ci può essere con un fratellino o una sorellina; l’affetto che egli prova per l’amico che ha scelto è grande, poiché grazie a questo scambio, può condividere esperienze sia piacevoli che spiacevoli, esprimere le proprie emozioni e punti di vista, imparare a gestirsi in autonomia, senza l’intervento dei genitori, e questo gli permetterà in futuro di migliorare le sua competenze sociali in fatto di relazioni, imparando a formulare le proprie opinioni, sostenerle, valutare la possibilità di una gamma di scelte, e quando, ad esempio, si scontra con il suo amico, può anche imparare a definire soluzioni e strategie per fare la pace.
Sostanzialmente, attraverso tali dinamiche, il bambino impara l’arte della relazione, e lo esterna, mettendosi in gioco in maniera del tutto spontanea, come solo a quella giovane età è in grado di fare. La cosa assai importante è comprendere che, il suo amico c’è e ci deve essere nel condividere con lui delle esperienze quotidiane, e questo avviene proprio perché parte dalla volontà di fare presenza, non solo quando fa comodo, ma in ogni momento della quotidianità, proprio per il fatto che l’amicizia va curata, coltivata nel tempo; per funzionare al meglio, questo dovrebbe essere un presupposto bidirezionale.
Attraverso questo principio, il bambino impara anche il rispetto nei confronti dell’altro. L’amicizia è un valore molto nobile, ed è quindi importante che i bambini sappiano riconoscere e gestire al meglio questa relazione interpersonale sin dall’età scolare. E soprattutto, essi dovrebbero avere la possibilità di scegliersi le proprie amicizie da soli, senza imposizioni da parte dei genitori, ma sulla base del loro “sentire”.
In questo modo, i bambini hanno la possibilità di sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, imparano a riconoscerle e a gestirle. Il ruolo di mamma e papà, riguarda l’aiuto che possono fornire per la corretta gestione dei rapporti: quando il bimbo racconta ai genitori della sua esperienza con i suoi amici, chiede un parere, ha bisogno di sostegno e di comprensione, per capire se il suo comportamento nei confronti dell’altro è corretto e viceversa.
L’influenza dei genitori – in modo diretto o indiretto – nello sviluppo dei rapporti di amicizia fra i bambini, costituisce una costante, infatti, il bimbo sperimenta le prime relazioni con le persone, proprio attraverso il confronto con i membri del suo nucleo famigliare di appartenenza, e questo è il primo modello di riferimento. In seguito, altri aspetti influenzano le scelte degli amici, e questi elementi dipendono dai contesti (scuola, amici dei genitori, circoli culturali, contesto sociale, contesto economico, sportivo, ecc.).
Il bambino pone delle domande a mamma e papà, oppure, racconta un episodio che ha vissuto a scuola, o un qualche cosa che nel rapporto con un amico, ha percepito come problematico, per ottenere delle conferme o dei consigli. È quindi importante accompagnare il bimbo verso un percorso di comprensione delle dinamiche relazionali, man mano che si presenteranno, nelle diverse situazioni.
E questo dovrebbe avvenire, senza l’intromissione diretta dei genitori, bensì, cercando di far sviluppare al piccolo, il senso di responsabilità e di lealtà, la comprensione dell’altro, i principi morali di giustizia e solidarietà, di inclusione e di partecipazione, evitando di creare esperienze poco motivanti oppure dei presupposti per alimentare la tensione, soprattutto nel caso in cui si manifestino degli episodi conflittuali fra amici, facendo comprendere che – detto in termini semplici – “chi la fa la aspetti”, per cui, bisogna imparare a comportarsi bene.
L’azione svolta con la volontà di costruire un rapporto sano ed armonico, sotto tutti i punti di vista, serve per sviluppare un maggiore equilibrio fra quello che può essere l’atteggiamento di prevaricazione o di competizione, a vantaggio di un qualche cosa di maggiormente costruttivo come la cooperazione e il mutuo aiuto. Anche il litigio, permette di imparare, tutte le esperienze sono formative, soprattutto anche per quanto riguarda la percezione dell’autostima e dell’auto-efficacia nel gestire le nuove situazioni, spesso anche destabilizzanti.
Tutto ciò, ovviamente si acquisisce per gradi, e l’unico modo per farlo, è quello di stimolare i bimbi sin da piccolissimi, a stare in mezzo agli altri, a non isolarsi, partecipando a tutte le attività e le iniziative proposte dalla scuola.
Il vecchio e famoso detto “chi trova un amico trova un tesoro”, rappresenta un valore assai importante soprattutto per gli adulti, dato che, siamo sempre più portati – con l’avanzare dell’età – a fare una selezione nelle amicizie, cercando di coltivare quelle più sincere, vere e presenti.
E questo dovrebbe essere un presupposto fondamentale per costruire dei buoni rapporti di amicizia anche da piccoli…
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(Tatiana Muccioli "Artem" - del vivere e del ben-essere).
Il libro, rappresenta una sorta di "Testamento spirituale" dell'autrice, in cui, la salute viene vista come "Arte del vivere quotidiano", apportando le giuste modifiche al proprio stile di vita, in senso costruttivo. In questi, termini, l'essere umano è un'anima in cammino verso la propria realizzazione ed evoluzione.
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Tatiana Muccioli
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